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Ritratti: Nauta Design

“Saper scegliere le priorità nella spirale del progetto vale per ogni tipo di prodotto. Parti da idee molto generiche e poi, piano piano, vai ad approfondire, ad analizzare tutte le interconnessioni. E in questa continua analisi devi saper scegliere i punti di forza del tuo progetto, che valgono più degli altri e cosa di conseguenza devi modificare”.

Mario Pedol, a sinistra e Massimo Gino, a destra Photo Giovanni Malgarini
Mario Pedol, a sinistra e Massimo Gino, a destra
Photo Giovanni Malgarini

Per Mario Pedol, che con Massimo Gino giusto 30 anni fa ha fondato Nauta Design, il percorso progettuale è sempre lo stesso che sia di uno yacht o di qualsiasi altro oggetto. “Abbiamo avuto la fortuna di lavorare con Renzo Piano”, prosegue Pedol, “nel progetto del suo Kiribilli (un Nauta/Reichel Pugh ‘72 varato nel 2007, ndr) e abbiamo visto che, anche nella grande architettura, lo schema e la procedura sono sempre gli stessi”.

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Un percorso quello dello studio milanese con una partenza inusuale: “Dal 1989 al 1992-1993, oltre a progettare, costruivamo quanto avevamo disegnato. E questo ci ha fornito un bagaglio di esperienze e conoscenze che fanno la differenza. Sappiamo perfettamente ciò che si può realizzare e quello che è bello solo sulla carta”.

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Già, la carta, perché 30 anni fa un progetto nasceva proprio sulla carta e ogni linea tracciata con la china era complicata da modificare. “Oggi basta un click con il mouse. I moderni strumenti di progettazione hanno cambiato tutto e democratizzato il mercato. Con l’informatica ci sono certo più vantaggi che svantaggi. A fare la differenza restano comunque la capacità di scegliere le priorità, di interpretare le tendenze, l’intelligenza progettuale, il mercato e la propria cultura.

Baltic 115 Nikata Ph: Guido Cantini
Baltic 115 Nikata
Ph: Guido Cantini

E la sensibilità nel riconoscere e scegliere il meglio dal punto di vista estetico e dell’equilibrio tra funzione e forma. Cosa che un computer non sa fare”. Una sensibilità che, solo per fare un esempio, ha meritato a Nikata, Baltic 115’ firmato da Judel Vrolijk per le linee d’acqua e, per general concept, exterior e interior design dallo studio Nauta, i massimi riconoscimenti internazionali. “Nikata” spiega Pedol, “è la dimostrazione di cosa si può fare usando i nuovi materiali per realizzare uno yacht a vela da crociera che nella traversata dell’Atlantico ha toccato, a pieno carico,  i 29 nodi”.

Baltic 115 Nikata Ph: Guido Cantini
Baltic 115 Nikata
Ph: Guido Cantini

Un mondo quello della vela con moltissimi progetti one off ma anche con imbarcazioni di serie, che ha consentito a Nauta Design un approccio innovativo nell’affrontare il motore. “Non avevamo preconcetti e abbiamo approcciato il tema in maniera libera, proponendo un diverso lifestyle a bordo reso possibile dal massimo contatto interno-esterno in termini di connessione tra gli spazi, di qualità delle trasparenze e puntando al minor impatto visivo dello yacht nell’ambiente in cui si muove”.

Il risultato è stato Project Light, l’80 metri di Fincantieri che nel 2006 segna una svolta nell’intero settore. “Una vera e propria tendenza di cui siamo stati gli apripista”.

Una tendenza che punta a migliorare il rapporto interno ed esterno e che si ritrova anche nell’innovativa serie Sense di Beneteau così come, nel motore, nella serie Nauta Air del Cantiere delle Marche. “Il nuovo Nauta Air  108 in soli 33 metri e tre ponti dimostra che si può lavorare in quella direzione e che si può davvero entrare in contatto con la natura.

CdM Air108
CdM Air108

Che poi è il grande lusso del tempo speso in mare”. Allo stesso modo nella vela l’obiettivo di Nauta Design è quello di crescere di dimensioni conservando le caratteristiche di una vera barca a vela. “Stiamo lavorando su un over 70 metri. Un progetto dai contenuti di  design molto forti e dagli obiettivi molto ambiziosi dove però il gioco sarà quello di sempre:  far vivere assieme forma e funzione.

Penso che sia uno dei fattori chiave del nostro successo: nessuno dei due prevale mai sull’altro. È da questa miscela che viene la qualità. Ma, devo confessarlo. Davanti al foglio bianco di un nuovo progetto la cosa tra forma e funzione che mi passa per la mente per prima, ma di un nulla, è la forma: che sia una barca bella”.

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