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My Song

Quattro anni dal primo concept al varo. Quattro anni perché My Song, 125 piedi costruito da Baltic Yachts con linee d’acqua di Reichel/Pugh e con general concept, exterior e interior design siglati da Nauta Design, è il risultato di un lungo lavoro.

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«Un anno mezzo è durato il confronto con l’armatore Pier Luigi Loro Piana, col quale è sempre stimolante lavorare», spiega Mario Pedol con Massimo Gino, responsabile di Nauta Design che già nel 1999 aveva firmato il precedente My Song di 84 piedi. «Stimolante perché è un grande appassionato e vuole sempre verificare tutte le possibili soluzioni, e spesso sono qualche decina. Ma nella genesi del nuovo My Song c’è stato anche un processo di crescita. All’inizio il progetto era per un 115 piedi, diventati prima 119 e poi 125», racconta Pedol.

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Ci si è poi fermati a 130 piedi, ma la ricerca non si è interrotta. Anche quando in cantiere i due anni e mezzo necessari per la costruzione erano cominciati, Nauta Design e l’armatore hanno proseguito nel loro lavoro, anche sulla possibilità di installare un motore diesel elettrico o delle microturbine.

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Ogni possibile innovazione è stata studiata e verificata. Questo ha significato anche, a costruzione iniziata, procedere in parallelo con due soluzioni per la sala macchine. Una che prevedeva la tradizionale trasmissione con linea d’asse e una con l’installazione di un pod azimutale, retraibile e con elica a passo variabile.

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La scelta che alla fine è stata fatta. Si tratta del sistema Retractable Propulsion System (RPS, ndr), sviluppato da Baltic Yachts e dalla danese Hundested Propeller e installato per la prima volta proprio su My Song.

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Ma non è questa l’unica soluzione innovativa, oltre alla lifting-keel che porta da 7 a 4.8 metri il pescaggio. Per esempio, l’armo può essere con randa square-top o pin-head per adattarsi all’utilizzo in regata o in crociera.

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«Come sui precedenti My Song, la scommessa è stata quella di unire le due passioni dell’armatore», prosegue Pedol. La differenza è che questa volta gli interni, che offrono un altissimo livello di comfort, non possono essere smontati (sul vecchio My Song, la barca veniva letteralmente svuotata per le regate, ndr) ma far coesistere questi due mondi in una barca di 40 metri e di solo 105 tonnellate, non è stato facile.

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Come non è stato facile realizzare un piano di coperta che fosse al tempo stesso comodo, funzionale e non pesante in termini di design, oltre che provvisto dei più innovativi sistemi di attrezzatura di coperta, simili a quelli di un Maxi 72.

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Per farlo il pozzetto centrale, che è dotato di un bimini modulabile che permette, se necessario, di realizzare una lounge esterna molto riparata, è stato sviluppato sulla base di un mockup quasi integrale dello spazio che ha permesso di individuare le migliori soluzioni a livello ergonomico.

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A questo si aggiunge quello che è uno dei tratti  distintivi del nuovo My Song: la falchetta, larga 30 centimetri e alta altrettanto dal piano di calpestio, realizza una comoda seduta che contorna tutta la coperta. Questa seduta integrata crea al tempo stesso un elemento di sicurezza e regala a chi è a bordo un senso di appartenenza alla barca. Il particolare disegno della falchetta si riflette anche sul profilo complessivo dello yacht, mascherando la tuga già di per sé molto bassa, ma che racchiude interni con altezze assolutamente in linea con ambienti all’insegna della massima comodità.

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Zona armatoriale a prua (anche qui un mockup ha permesso di individuare le migliori soluzioni), uno studio trasformabile in cabina, zona centrale con  dining (sopra la sala macchine) e salotto, due cabine doppie per gli ospiti a poppa del salone e quindi la zona servizi ed equipaggio, il layout degli interni è, come spiega Mario Pedol, «l’evoluzione di quelli del precedente My Song, ma, grazie a quello che si potrebbe definire un input femminile, ha ambienti più caldi e più accoglienti. Il risultato è quindi assolutamente nuovo con uno stile certamente classico, ma inedito.

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Un risultato ottenuto anche dall’utilizzo di materiali frutto di quella voglia di sperimentare che è alla base di tutto lo yacht. Come i pannelli in lino laminato con filettature in mogano che realizzano sia il pagliolato sia i soffitti della barca. Mogano che si ritrova negli arredi giocati nei vari ambienti nelle finiture lucide e opache. A questo si aggiungono i tessuti (ovviamente Loro Piana) dai colori caldi che completano ambienti al tempo stessi sobri e classici.

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Su My Song per gli aspetti tecnici domina la massima ricerca tecnologica mentre nell’interior design spadroneggia la fantasia. Entrambi sono i risultati di un lavoro nel quale abbiamo potuto confrontarci con un armatore appassionato e raffinato», conclude Mario Pedol.

 

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