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Life Saga by Admiral Yachts

Architettonico. Non convenzionale. Tailored. Così l’architetto Gian Marco Campanino, che firma l’exterior design di Life Saga, sintetizza l’ultima realizzazione di Admiral Yachts, brand che, assieme a Tecnomar, NCA Refit e Celi compone The Italian Sea Group, fondato nel 2012 da Giovanni Costantino. 

Varato lo scorso giugno, Life Saga, 65 metri di lunghezza, 10,60 di larghezza, acciaio per lo scafo e alluminio per le sovrastrutture, ha fatto parlare molto di sé al Monaco Yacht Show 2019. Merito di un profilo e di un layout ricchi, fuori e dentro, di numerosi elementi di novità.

Primo fra tutti quello che Gian Marco Campanino indica a esempio della dimensione architetturale di Life Saga: «Il fianco dello yacht» spiega Campanino, «presenta una zona centrale rientrante, uno sfondato, che va dal main deck all’upper deck e che accoglie in entrambi i ponti grandi vetrate».

Inoltre, lo sfondato del main deck presenta due balconate abbattibili che ampliano gli ambienti e le vetrate non hanno soglia, ma ‘escono’ direttamente dai piani di calpestio. La continuità tra interni ed esterno è così realizzata in maniera emozionante. 

Ed è sempre legato alla continuità un altro aspetto che distingue il design di Life Saga. «Il main deck» prosegue Campanino, «con l’armatore ribattezzato Sea Deck, è un unico ambiente: dal pozzetto alla lounge con i balconi sul mare. Dai lettini prendisole di poppa passando per la zona bar, la sala da gioco fino alla lounge si crea quello che definirei l’open plan di una moderna villa. Un’innovativa interpretazione del classico susseguirsi di ambienti separati da porte e barriere: pozzetto, ingresso, salone. Qui non esistono barriere a favore di un’ibridazione tra interni ed esterni». 

Un’interpretazione resa possibile dal riuscito incontro tra gli studi del cantiere già al lavoro su una concatenazione degli ambienti e un armatore che voleva trasferire, anche sul suo nuovo yacht, l’impostazione open di un suo support vessel. Il concetto, declinato su un luxury yacht, ha portato a Life Saga. 

L’armatore con la sua visione «aperta» si è rivelato di stimolo anche nell’interior design. «Nel primo incontro» racconta Mark Berryman, alla guida dello studio inglese Mark Berryman Design, «l’armatore mi disse che gli interni dovevano essere un cappuccino. Sì, un cappuccino, con più o meno latte nei vari ambienti. E che, quanto ai tessuti, avremmo dovuto mettere sul viso i campioni. Se fossero risultati morbidi e invitanti allora sarebbero andati bene per il suo yacht». 

Da queste due indicazioni certo inusuali, sono nati un design e una tavolozza di colori e materiali che comprendono tra gli altri il bambù, ma reinterpretato secondo i gusti dell’armatore, e la pelle abbinata al rovere naturale, al noce e al teak spazzolati e sabbiati per farne risaltare le venature.

Allo stesso modo i tessuti sono lavorati a coste e in rilievo per stimolare la loro scoperta materica. Scelte, spiega Berryman, «operate mantenendo la continuità in tutto lo yacht per consentire agli ospiti di fluire senza interruzioni da uno spazio all’altro». 

A questi temi di fondo si aggiungono poi interventi puntuali come l’effetto crackle sulle pareti dei corridoi, i richiami allo stile giapponese oppure il motivo del cerchio, simbolo di sicurezza, presente negli ambienti esterni e interni. Tra questi la suite armatoriale a tutto baglio e davvero sul mare grazie a quattro grandi finestrature a pavimento. 

Non mancano poi elementi di design come il tavolo Fletcher in ebano macassar nella sala da pranzo dell’upper deck o tavoli custom realizzati, come tutte le soluzioni su misura, da Celi 1920. 

Il tutto come dice Mark Berryman: «Per dar vita a una casa lontana da casa». Oppure a quella moderna villa che ha nell’open plan del main deck uno degli elementi qualificanti. Accanto, sottolinea Gian Marco Campanino: «A un design non convenzionale, ma non eccentrico. 

Che nella sua impostazione aperta e di commistione tra interno ed esterno rappresenta l’espressione di una funzione che può essere condivisa anche da altri armatori che cercano un nuovo modo di vivere il mare attraverso anche il superamento della classica compartimentazione degli yacht. Un superamento di cui Life Saga è il primo esempio».

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