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Fincantieri Yachts Vis

Sentire Francesco Paszkowski parlare di Vis è come vedere un bambino in un negozio di giocattoli. I suoi occhi brillano, la voce si infervora, perde ogni traccia di formalità e il racconto diventa inarrestabile. È evidente che per lui Vis è un sogno che si materializza.

Presentato da Fincantieri Yachts all’ultimo Monaco Yacht Show, questo 80 metri è doppiamente importante.

Prima di tutto perché rappresenta la metamorfosi perfetta di uno scafo militare che diventa yacht da diporto, un trend in grande crescita; in secondo luogo perché è un capolavoro di ingegneria nautica e di design cui è difficile rimanere indifferenti.

«È stato durante un incontro con Mauro Parodi, direttore commerciale di Fincantieri Yachts, che è nata l’idea di disegnare un 80 metri per loro», spiega Paszkowski, «un invito a nozze per me che amo da sempre le barche militari». 

L’ispirazione per Vis è nata proprio dal know how che Fincantieri ha in quel campo. «Perché non provare a lavorare su una piattaforma militare esistente e vedere cosa si poteva fare per trasformarla in qualcosa di nuovo, intrigante e adatto al mondo del diporto, mi sono detto», racconta Paszkowski.

Il risultato deve aver superato di molto le aspettative se è vero, come ha raccontato Claudio Galbo, Vice President Marketing Communication di Fincantieri Yachts, che di tutti i progetti presentati ai saloni nautici Vis è, in assoluto, quello che ha fatto registrare il maggior successo.

Tecnicamente parlando Vis è nato sfruttando la piattaforma di un modello militare esistente da cui eredita le straordinarie doti di tenuta di mare e sicurezza. Paszkowski si è quindi immaginato uno scafo che fosse una sorta di explorer di ultima generazione con interni  in stile Industrial, rivisitato in chiave nautica. Qualcosa di davvero mai visto in mare. 

«Si è trattato di un vero e proprio esercizio di morfing, una trasposizione dal militare al diporto modificando lo scafo il meno possibile.

Del resto, la sovrastruttura militare di questo yacht, che ha molte similitudini con il mondo edile, mi ha dato la possibilità di giocare con i vetri e i volumi interni», spiega Paszkowski. «Tanto per fare un esempio», prosegue, «l’ingresso è costituito da una vetrata di otto metri e accoglie scale aeree che collegano tutti i ponti.

Anche per i materiali mi sono ispirato all’edilizia e ho scelto prodotti piuttosto minimalisti che di norma non si trovano su un megayacht».

Gli esterni riprendono quelli del modello da cui trae ispirazione, ma gran parte delle murate e della sovrastruttura in acciaio sono state sostituite da vetri poi abilmente mascherati con apposite pellicole per non rovinare il design militaresco.

Ci sono poi altri dettagli che sottolineano l’amore di Francesco Paszkowski per la Marina Militare, come i pannelli a lamelle dei portelloni usati per nascondere le aree relax del ponte owner. O le finestrature laterali dello stesso ponte che, una volta aperte e viste da poppa o da prua, ricordano i cannoncini da difesa.

«Tutte queste soluzioni sono state possibili grazie alla straordinario feeling che si è creato tra l’ufficio tecnico di Fincantieri Yachts e il mio studio», spiega Paszkowski. «Senza questa intesa sarebbe stato impossibile raggiungere un simile risultato», conclude.

A bordo di Vis i fronzoli sono banditi. Le forme e i materiali sono decisi, mascolini; le linee pulite ed essenziali e gli spazi sono aperti e, soprattutto nella parte giorno, vuoti quel tanto che basta ad amplificare spazi già ampi.

I pavimenti sono realizzati con una colatura di resina, i dettagli dei mobili sono in acciaio inox, molte delle porte interne sono vetrate a tutta altezza e il teak, che sul lower deck è usato anche per alcune pareti, è posato come se fosse quello di un ponte esterno con fughe a vista.

Il décor ha toni neutri che non influiscono in alcun modo con l’effetto d’insieme degli interni. Non mancano, naturalmente, delle chicche dall’effetto wow come l’ascensore rotondo che collega tutti i ponti e che è circondato da una scala elicoidale e da un giardino verticale che si sviluppano a tutta altezza.

O come la copertura romboidale del pozzetto esterno del fly deck che oltre a funzionare da elemento decorativo contiene i pannelli solari, la cascata d’acqua della piscina posta su quel ponte e serve anche come riparo dal sole.

O ancora lo skylight rotondo che caratterizza e illumina il centro di ogni ponte. Perché militare e mascolino non significa noioso e prevedibile. Soprattutto nell’accezione di Francesco Paszkowski. 

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