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Baglietto Severin*s

«Un piano generale non convenzionale ma molto interessante». È l’ingegner Andrea Lavagnino del Cantiere Baglietto a spiegare perché Severin*s, il Baglietto 55 metri di cui è stato project manager, si distingue dagli altri sei yacht nati nel corso degli anni sulla stessa piattaforma. 

Progettata dal cantiere, la piattaforma navale di questo superyacht è passata dagli originari 53 metri di lunghezza ai 55 metri di Severin*s.

the beach club

«Sul quale» spiega Francesco Paszkowski che oltre all’exterior design firma, in collaborazione con Margherita Casprini, anche l’interior design, «abbiamo mantenuto alcuni stilemi della tradizione Baglietto, aggiungendo però nuovi elementi come una terrazza abbattibile che porta a 55 metri quadrati il beach club, o il sun deck di 150 metri quadrati». 

The beach club, ph Borgenni

«La costruzione 10225» prosegue Lavagnino, «era nata in speculazione con un piano degli interni classico: zona armatoriale e cucina sul main deck, quattro cabine ospiti al lower deck. Le richieste di quello che è oggi l’armatore di Severin*s hanno rivoluzionato tutto». 

The upper deck

«La conoscenza a fondo di Baglietto» dice Paszkowski «e le capacità del Cantiere sono state fondamentali per progettare uno yacht di nuova generazione e soddisfare i desideri dell’armatore.

The main salon

Che, quanto a organizzazione generale, voleva una netta divisione fra zona famiglia e zona ospiti. Il main deck è infatti dedicato alla famiglia, con l’armatoriale e due cabine. Per gli ospiti, due Vip al lower deck cui si aggiunge, sull’upper deck, uno spazio utilizzabile come ulteriore cabina ospiti, come salottino o come sala massaggi».

The main salon

Un’organizzazione non convenzionale che, nell’ottica di un utilizzo anche charter, si abbina a grandi spazi comuni. Oltre alla terrazza del sun deck e al beach club con zona relax e palestra, su ciascuno dei tre ponti si trova, per esempio, una zona bar con banconi progettati custom.

The main salon ph Borgenni

Il tutto in spazi di ampio respiro e che privilegiano il contatto con il mare; un esempio è sul sun deck, dove, grazie alla sovrastruttura arrotondata e compatta, si ha una vista a 360° sul paesaggio.

The main salon ph Borgenni

Un contatto diretto col mare che le falchette ribassate assicurano anche dagli ambienti interni che si sviluppano sul main e sull’upper deck.

The Upper Deck ph Borgenni

Tanto chiare erano le richieste dell’armatore per la destinazione d’uso, altrettanto chiare sono state le indicazioni per lo stile degli interni.

The sky lounge

«Per cominciare» spiega Francesco Paszkowski, «contemporaneo e sofisticato. E poi dominato da tonalità chiare, coerente in tutti gli ambienti di bordo, caratterizzato da elementi di arredo forti e unici che potessero risaltare e che abbiamo progettato custom».

Un briefing impegnativo, ma che ha permesso di sviluppare elementi estremamente caratterizzanti non solo per l’arredo. Un esempio è il tavolo da pranzo del main deck con parte centrale girevole a filo in specchio bronzato e in metallo satinato, ma anche una ricchissima tavolozza di materiali, finiture e colori.

The owners’ suite ph Borgenni

Dal rovere per i pavimenti, al larice decapato effetto 3D per le pareti, dal travertino al marmo Invisible gray gold a quello bardiglio, dalle pelli di Foglizzo per le maniglie delle porte di Turnstyle Design e per le testate dei letti all’alcantara, al cuoio, all’acciaio satinato, alle mille finiture dei vetri.

The owners’ suite ph Borgenni

Minotti, Cassina, Galotti & Radice, Dornbracht le firme che si snodano su Severin*s accanto ai tanti pezzi custom usciti dallo studio Paszkowski. Come il totem in marmo nella testata del letto armatoriale o le porte scorrevoli curve con vetro riflettente bronzato dello studio dell’armatore. Elementi che per Francesco Paszkowski: «sottolineano la ricerca e lo studio effettuati per unire elementi di particolare impatto e unici a un insieme contemporaneo sobrio, dominato da tinte chiare. Come voleva l’armatore di Severin*s, yacht dall’eleganza sobria e ricercata».

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